Sant’Agata Militello – Il web è un contenitore dinamico di risorse che nasconde però insidie, tali da generare fenomeni socialmente pericolosi.
Come individuarli e come contrastarli è il tema del progetto avviato dall’Associazione Antiviolenza Alberdan Onlus con sede al Tribunale di Patti. L’iniziativa itinerante, grazie al coordinamento della prof.ssa Avv. Rossana Saladino, ha fatto tappa all’ITET “Tomasi di Lampedusa”; scuola che da anni insieme all’UCIIM è partecipe di un progetto, I PEER SBULLO, contro il bullismo condividendo l’approccio peer to peer di cui sono responsabili per l’Istituto i docenti Floriana Marzullo e Elia Alioto. Dopo il saluto della dirigente Antonietta Emanuele, hanno preso parola nell’aula magna gli avvocati Maria Tindara Impellizzeri, Antonella Marchese, Anna Maria Coppolino, Alvaro Riolo, sindaco del comune di Acquedolci, e l’ing. Emanuele Sciagura, che hanno condotto il tema dal titolo “Cyberbullismo e trappole di internet”. Il veloce cambio delle abitudini generazionali determinato dai mezzi di comunicazione, hanno reso complessa la corretta interpretazione dei comportamenti sociali sulla rete.
Fenomeni che hanno bisogno di essere contestualizzati, per assumere la forma di reati penalmente perseguibili. Il bullismo sul web nasce come negazione dei veri rapporti, che sfociano in atti persecutori sino all’estorsione sotto la minaccia della divulgazione di immagini in chiara violazione del diritto alla privacy. Nei soggetti più deboli, come i minorenni, i like di facebook possono turbare equilibri mentali tali da spingere a gesti estremi. Ai ragazzi è stata proposta la triste storia di Carolina Picchio, la giovanissima vittima di un filmato pubblicato in rete da cui è scaturito un linciaggio mediatico, che ha spinto la ragazza al suicidio. Un caso che ha fatto scalpore, a cui purtroppo nel tempo ne sono succeduti altri sotto la spirale del cyberbullismo. La legge 71/2017 intende contrastare il fenomeno in tutte le sue manifestazioni, con azioni a carattere preventivo e con una strategia di attenzione, tutela ed educazione nei confronti dei minori coinvolti, sia nella posizione di vittime sia in quella di responsabili di illeciti, assicurando l’attuazione degli interventi senza distinzione di età nell’ambito delle istituzioni scolastiche.
Un’azione importante che può avere successo a condizione della piena consapevolezza del fenomeno anche degli adulti.